Esattamente nell’inverno del 2007 il mondo dello Sport subisce una stoccata inaspettata:
Divieto di Auricolari alla famosa Maratona di New York.
Inutili furono le prime voci, che conducevano il divieto a delle ragioni di sicurezza, fu subito dichiarato e poi dimostrato che la Musica può modificare le prestazioni dell’atleta e quindi considerata come Doping.
Adesso, aldilà dell’aspetto etico e morale legato a questo aspetto, cerchiamo di capire come e perché si è arrivati a questa conclusione ed a questa privazione.
Gli Studi della relazione tra Musica e Sport
Primo tra tutti ovviamente è il Dottor Costas Karageorghis, Studioso ed esperto del settore Sport della Brunel University di Londra. Il Dottor Karageorghis dopo decenni di studi sull’argomento, non solo ha dimostrato sul campo la capacità della musica di aumentare la Performance, ma è anche riuscito a fare una suddivisione specifica di come una determinata canzone inserita nel momento adatto abbia degli effetti positivi sulla prestazione sportiva.
La suddivisione distingue:
- Musica Pre-Gara: agisce sulla concentrazione e sullo stato d’ansia prima di andare in gara ma anche sulla fase di riscaldamento fisiologico, migliorando i gesti atletici di routine preparatorio..
- Musica in Gara: quando la musica agisce direttamente sulle capacità condizionali, aumentando la concentrazione ed agendo sul non far percepire la fatica.
Un altro recente ed importante studio sull’argomento viene dal US National Library of Medicine
National Institutes of Health, nel 2013 ha condotto dei test sulla relazione tra Ritmo Musicale e Forza, Frequenza Cardiaca e Accumulo di Lattato.
La Canzone Giusta al Momento Giusto
Prima delle nostre considerazioni però è assolutamente da citare un’intervista rilasciata dal Dottor Karageorghis nel 2014 a BBC. Nella suddetta l’esperto spiega come e perché abbinare le caratteristiche di un brano in un determinato momento dell’allenamento o della gara:
- Riscaldamento: mettere dei brani che ispirino l’indole dell’atleta, con frasi motivanti e ritmi medio-lenti che non vadano a consumare le cosiddette energie psicologiche.
- Prima Fase dell’allenamento: la scelta della canzone deve prediligere il metodo “Asynchronously”, ovvero l’abbinamento dei bpm del brano rispetto alla frequenza cardiaca media richiesta in quella fase di lavoro. Il tutto senza superare i 140 bpm (effetto soffitto).
- Fase Centrale: In questa specifica parte della prestazione sono consigliate canzoni che si sincronizzano con l’esecuzione dei movimenti e non più con la frequenza Cardiaca.
Il Ruolo della Musica nel Mondo Del Fitness
Anche se ovviamente non esistono degli studi su come la musica possa modificare la Performance nelle varie discipline Fitness, con un pò di esperienza nel settore posso però dare il mio parere e fare delle considerazioni (assolutamente discutibili):
- L’utilizzo della musica nel fitness è una pratica etica, pulita e quindi di libera scelta.
- Gli amanti del ritmo la utilizzeranno gli auricolari, indipendentemente dall’influenza che la musica ha sull’attività aerobica o anaerobica. La carica ricevuta dalla propria playlist è percepita come un valore aggiunto al benessere del momento e non alla prestazione stessa.
- Spesso la musica è uno strumento aggregativo. Nelle lezioni di fitness musicale ad esempio, il genere di musica utilizzato dall’istruttore (oltre ovviamente a delineare il ritmo dei movimenti) è un mezzo fondamentale per la targhettizzazione della classe.
- Altrettanto comune è l’utilizzo degli auricolari con l’obbiettivo opposto al precedente, quindi una spiccata ricerca d’isolamento. Questo avviene non solo per concentrarsi o allenarsi con delle potenzialità aumentate, ma semplicemente per staccare la mente dall’ambiente circostante per dedicarsi del tempo.
Quando la Musica diventa un ostacolo
Come in ogni elemento che viene studiato ed analizzato presenta elementi positivi (molti nel caso della musica) ma anche delle ripercussioni negative.
L’elemento musicale all’interno dell’allenamento spesso può diventare un ostacolo, soprattutto in quelle lezioni di gruppo in cui la musica dovrebbe soltanto essere un sottofondo e non una priorità.
Interruzioni e distrazioni nella fase centrale dell’allenamento sono abbastanza comuni a causa dei gusti musicali e del volume, ma l’apice della reazione controproducente si ha quando con una canzone di gradimento, l’atleta si impegna a canticchiare il brano. Il dedicare gesti ed attenzioni alla canzone fa perdere il ritmo del gesto, di conseguenza abbassa la qualità della prestazione ed aumenta il rischio infortunio.
Conclusioni
La Musica a mio parere non dovrebbe essere accostata alla parola Doping.
Se usata in un certo modo, è dimostrato che può aumentare la prestazione aerobica e determinare un binario di ritmo, ma a grande differenza delle sostanze e pratiche Dopanti conosciute e considerate nella società moderna, la musica non provoca Danni fisiologici, non crea dipendenza, non invade l’etica e la legalità.
Sentendo i pareri di altri personal trainer qualificati (che hanno frequentato un corso personal trainer riconosciuto) la musica durante l’allenamento riesce a dare una marcia in più, migliorando le prestazioni e diminuendo la sensazione di stanchezza.