Negli ultimi decenni abbiamo assistito, in tutti i paesi industrializzati, ad un aumento molto rapido del numero di persone in sovrappeso e obese. Oltre che alla sedentarietà, per molti anni, anche in campo nutrizionale, si è attribuita la colpa dell’accumulo di grasso corporeo all’eccessiva assunzione di calorie e grassi. Una visione rivoluzionaria nell’ambito scientifico della dietologia, ha però osservato che concentrarsi esclusivamente sui grassi come prima causa di aumento di peso focalizzandosi sul solo calcolo calorico e sull’utilizzo di prodotti cosiddetti light, non ha portato a risultati definitivi e duraturi. Si è ritenuto importante trovare una strada alternativa che aiutasse a comprendere i segnali metabolici e che portasse l’uomo ad un reale successo nel percorso di dimagrimento.
L’interazione tra l’ipotalamo e la tiroide svolge un ruolo fondamentale per la regolazione della spesa metabolica: se la quantità e la qualità del cibo non sono ritenute sufficienti per soddisfare le esigenze del nostro corpo, l’ipotalamo manda segnali alla tiroide che rallenta la sua normale funzione con conseguente effetto sul metabolismo, cioè rallenta i consumi dell’organismo. Si può comunemente affermare che la tiroide è il termostato del nostro corpo, regolando il consumo o il risparmio energetico dell’organismo.
Negli individui in cui la funzione della tiroide è rallentata si verificano accumuli di grasso, abbassamento della temperatura corporea, rallentamento del battito cardiaco con conseguente pigrizia per ridurre gli sprechi non necessari.
Il rallentamento dell’attività tiroidea può essere causato da vari fattori
Diete ipocaloriche, i digiuni alternati ad abbuffate e le diete iperproteiche. Ad esempio la cosiddetta “dieta a zona”, apparentemente è iperproteica, se ben bilanciata risulta normoproteica, ma alla lunga può diventare ipocalorica. Questo perché in alcuni cali si osserva un rapido calo del perso ponderale iniziale che può provocare un deciso rallentamento del metabolismo con conseguente consumo delle proteine muscolari come fonte energetica.
Le persone che abitualmente non fanno colazione, a pranzo mangiano poco e al volo e dedicano maggior attenzione e cura alla cena trasformandola nell’unico pasto abbondante, attivano nel loro corpo un forte processo difensivo in cui la tiroide va in allarme e, per la “paura di morire di fame”, attiva un processo di riserva e di accumulo adiposo. Questo accade anche nei giovani con gravi disturbi alimentari in cui la perdita di peso non giustifica l’accumulo di grasso e la comparsa di cellulite.
Per questo è importante rispettare e salvaguardare la tiroide mantenendo un corretto equilibrio ipotalamoipofisario e tiroideo con regimi alimentari normocalorici, attività fisica ed integrazione (vitamine ed antiossidanti che, almeno in parte, devono arrivare da una bilanciata e corretta scelta degli alimenti). Finché si è pensato che il dimagrimento fosse legato alle calorie, pasta e pane hanno avuto la peggio in quanto collegati all’idea di far ingrassare. È pensiero comune credere che, per dimagrire, un buon metodo sia mangiare poco, ma è scientificamente provato che non è così. Come già detto, quando si instaura in un organismo una condizione di regime alimentare ipocalorico, alla lunga si accumula grasso.
Cosa si intende per corretta scelta degli alimenti? Significa cibarsi di alimenti di alta qualità: frutta e verdura con maggior considerazione, proteine animali e vegetali, cereali integrali e legumi; limitare se non evitare zuccheri e farine raffinate (private della fibra e del germe). Infine, ma non in ultimo, evitare i grassi idrogenati o fritti.
Per capire ed apprezzare questo concetto di cibo sano dovremmo osservare attentamente la natura e nello specifico gli animali, ci accorgeremmo che essi non sono mai grassi nonostante non osservino alcuna dieta in particolare. Questo accade perché i centri cerebrali deputati alla regolazione della sazietà funzionano molto bene in modo naturale, fermando la fame al momento opportuno. Lo stesso vale per il corpo umano che può essere considerato “una macchina perfetta”. Se però in questa macchina perfetta i centri cerebrali vengono spinti a funzionare in modo irregolare perché ingannati da stimolatori endocrini come gli zuccheri, i grassi, gli edulcoranti e i conservanti, ecco che il nostro corpo tende a ricercare compulsivamente nuovo cibo. Quindi è fondamentale ribadire il concetto di nutrirsi in modo naturale, ossia scegliendo in modo consapevole i cibi che da sempre ci accompagnano nel corso dell’evoluzione, dando maggior importanza alla qualità del cibo che quotidianamente consumiamo piuttosto che alla quantità, dove per qualità si intende un cibo non raffinato e privo di additivi industriali. Fare attenzione a questa scelta di cibi non è facile poiché il mercato offre una illimitata scelta di cibi raffinati e riempire il carrello al supermercato può diventare un dovere piuttosto che un piacere. È altrettanto vero, però, che anche sugli scaffali dei supermercati oggi è più facile trovare pasta e prodotti da forno integrali rispetto ad alcuni anni fa. Questo perché è aumentata la consapevolezza dei consumatori, e quindi la richiesta di determinati prodotti, supportata dalla divulgazione di dati scientifici in merito al rapporto tra cereali integrali e dimagrimento.
In questo senso è importante il ruolo della figura professionale in ambito nutrizionale, che abbia frequentato un corso di nutrizione sportiva, per far arrivare all’utente il messaggio che attraverso l’alimentazione si danno all’organismo indicazioni importanti per modificare il metabolismo, quindi regolare gli ormoni, mantenersi tonici, dimagrire e, non ultimo, tenere alto il tono dell’umore. Scegliere un alimento piuttosto che un altro può cambiare lo stato emotivo di una persona, aiutandola a vivere in libertà il modo di nutrirsi e ad abbattere il muro della conflittualità con il proprio corpo.