Se devo andare il palestra, vado in palestra.
Se devo andare in piscina, vado in piscina.
Se devo andare in una Spa, vado in una Spa.
Se devo fare un aperitivo, vado in un bar.
Se devo fare una sfilata, vado a Milano.
Se devo andare a fighe, vado in discoteca (o altrove).
Se voglio fare tutte queste cose insieme… vado in un GRANDE CLUB.
Ma poniamoci un interrogativo.
- E’ per questo che pago 1200 euro annue?
- Mi servono tutti questi servizi per raggiungere l’obiettivo?
O ancora.
- Siamo sicuri che riuscirò a fare tutta questa roba?
- Non è che le mie aspettative siano sproporzionate rispetto al tempo che ho a disposizione?
- Non è che l’idea di poterle fare (anche se so che non riuscirò a farle) già di per se mi appaga?
- Per i più acuti e sensibili, riprendendo la piramide dei bisogni di Maslow, non è che mi iscrivo in un grande club per potermi elevare socialmente?
Non posso rispondere a queste domande al posto vostro, altrimenti sarei presuntuoso, ognuno compie scelte in maniera strettamente personale. Ma visto che sono io che scrivo l’articolo, esprimerò le mie valutazioni soggettive e motiverò la mia intolleranza verso questi grandi colossi del benessere (è evidente che dopo questo articolo non sarò mai chiamato a lavorare per loro).
Il prezzo deve essere proporzionato alla Qualità. Ma cosa intendo per Qualità?
Questo è il vero nocciolo della questione. Per quanto mi riguarda, nel settore fitness, la qualità deve intendersi come capacità della struttura e dello staff di farmi raggiungere l’obiettivo che mi sono prefissato. Pertanto, pagare l’abbonamento 1200 euro annue, può essere cosa buona e giusta se il prezzo si riferisce in parte alla struttura ed in buona parte al “servizio umano” (sedute di personal training, sedute fisioterapiche e/o osteopatiche, sedute con biologo nutrizionista ecc). Se il prezzo, come accade in realtà, corrisponde al diritto di accesso ad una struttura ciclopica, fatascientifica ed iperfunzionale ma per il resto me la devo cavare da solo, vuol dire, sostanzialmente, che ho NOLEGGIATO QUALCHE METRO QUADRO all’interno dell’impianto!
Il concetto di SERVIZIO EXTRA.
Le parole “Servizio Extra” si sono guadagnate l’ingresso a pieno diritto nel dizionario del turpiloquio. Al pari delle più comuni parolacce, infondono nella vittima una sensazione di disagio e d’ingiustizia. Tale sgradevole sensazione si acutizza in proporzione al prezzo pagato ed al tipo di servizio concepito come extra (molto spesso anche una scheda di allenamento).
Immaginate che, la receptionist/consulente fitness del centro a cui avete pagato l’abbonamento 1400 euro, v’informi che un dato servizio non è ricompreso nella quota versata, ma è per l’appunto, un servizio extra.
Tralasciando l’aspetto legato al pericolo di vita che pende sulla receptionist/consulente fitness, focalizziamoci sul perchè debba essere considerato extra un servizio che in realtà rappresenta l’unica motivazione che induce una persona ad iscriversi in palestra: il servizio umano (l’accesso al sapere dello staff tecnico).
La risposta è evidente. Perchè il servizio umano ha un costo che influisce pesantemente sui bilanci annuali di un’azienda. Certamente più elevato rispetto ai costi legati alla manutenzione della struttura. Al primo si può rinunciare, o quanto meno limitare al minimo, al secondo no (la struttura va manutenzionata altrimenti è a rischio sia l’investimento iniziale che l’unico elemento attrattivo dell’azienda).
Quindi cosa succede? Che se si vuole accedere al servizio umano, bisogna necessariemente pagare un extra, visto che i soldi della quota sono andati a coprire i costi della struttura. E se questi soldi extra da versare non li hai, devi accontentarti di una vasta serie di servizi che ti vengono offerti in un impianto sicuramente spettacolare e sicuramente all’avanguardia.
Tuttavia, la cruda e amara verità è che sono costretto a pagare somme da capogiro per avere solo la SENSAZIONE si poter far tutto.
Per fare un parallelismo, questi conglomerati del benessere hanno emulato l’evoluzione del mercato della GDO (i grandi supermercati per intenderci). La GDO ha soppiantato il caro alimentare sotto casa, quello dove c’era il tizio con il grembilule bianco e la matita per il conticino incastrata sopra l’orecchio. Ma questa evoluzione è stata un bene per il popolo. La GDO ha più controlli, ha abbattuto i prezzi di quasi la metà e nello stesso grande spazio trovi tutto e l’alternativa di tutto.
Nel fitness questo non è stato possibile:
- Il prezzo degli abbonamenti è più basso? Assolutamente NO
- Ci sono maggiori controlli su come si allena la clientela? Assolutamente NO
- Ci sono più servizi in un unico spazio? SI
Qualche buon tempone potrebbe dire che i servizi ed i prodotti sono beni diversi ed hanno gestioni differenti. Pertanto, il parallelismo che ho fatto non terrebbe. La mia risposta è questa: di quali servizi parlate? Non vendete servizi, ma prodotti: ovvero la struttura.
Piazzato questo bel vaccino alle potenziali critiche, chiudo l’articolo dicendo che: se siete consapevoli che la quota che pagherete per il vostro abbonamento andrà a coprire i costi legati alla struttura e non ai servizi, allora iscrivetevi un uno di questi grandi club nazionali ed internazionali. Se cercate il vero fitness, invece, accostatevi a centri puliti e carini di piccole e medie dimensioni dove il management e la proprietà ha improntato il proprio business sul servizio al cliente e non su politiche di branding.
Altrimenti sapete cosa succede? Dopo qualche mese dall’iscrizione, consci ormai della vostra biega situazione, accedrete al grande club solo per fare un po’ di movimento: dalla vasca idromassaggio alla sauna, dalla sauna al bagno turco, dal bagno turco al tapis roulant, dal tapis roulant allo spogliatoio e dallo spogliatoio al bar (dove c’è quella barista che fa i frullati che tanto vi piace).