Il sogno in comune di molti sportivi, alla fine della propria carriera agonistica, è quello di continuare a lavorare nello sport, ma ricoprendo un ruolo diverso rispetto al loro precedente. Allo stesso modo, anche coloro che non hanno mai praticato nessun tipo di attività fisica, ma che sono appassionati di sport, spesso desiderano sfruttare le loro conoscenze per diventare allenatori, giornalisti, analisti o critici sportivi. Ma come è possibile trovare lavoro in questo campo? Bisogna studiare? Bisogna vincere qualche concorso pubblico?
La risposta è semplice, o quasi… Come nel caso di qualsiasi altra disciplina, lo studio è sempre la base più solida sulla quale poggiare il proprio sogno lavorativo. Detto ciò, proviamo a stabilire una semplicissima scaletta di “steps” da seguire.
Il primo passo da compiere consisterà, ovviamente, nella scelta dello sport nel quale vorrai iniziare a lavorare. Successivamente, dovrai capire che ruolo vorresti occupare all’interno di una società sportiva, in maniera tale da iniziare ad apprendere quali saranno i tuoi compiti e cosa dovrai studiare per prepararti a dovere. Infine, sarà necessario decidere se lavorare nel settore dello sport dilettantistico o professionistico.
Differenza tra lavorare nello sport dilettantistico e in quello professionistico
Quest’ultima variabile potrebbe influenzare fortemente i tuoi piani lavorativi se vorrai lavorare nello sport; ciò è causato delle differenze esistenti tra questi due mondi molto simili, ma al contempo diversi. Possiamo dire che la principale disuguaglianza risiede nel guadagno: se gli atleti professionisti vengono trattati dallo stato italiano come lavoratori, e per questo vengono pagati con degli stipendi, al contrario, quelli appartenenti al settore dilettantistico non ricevono nessun pagamento poiché considerati dei semplici “amatori”, ovvero persone che praticano quella disciplina con un solo fine ricreativo.
Proprio per questo motivo, è facile intuire che i compensi monetari saranno diversi a parità di ruolo. Comunemente, chi lavora nel settore dilettantistico viene ricompensato con un rimborso spese per acquisti che riguardano la strumentazione lavorativa, i trasporti e il cibo consumato. Sono rari i casi di persone che percepiscano uno “pseudo-stipendio” che permetta di superare le spese personali.
Un altro fattore da considerare è la presenza o meno di sponsor. Il settore professionistico attrae un maggior numero di spettatori, per questo le grandi aziende decidono di sponsorizzare delle determinate squadre. Al contrario, la mancanza di un vero seguito durante le competizioni dilettantistiche demotiva possibili piccole imprese dal pubblicizzare i propri prodotti nel corso di questi eventi.
Quali sono le professioni più famose nel settore dello sport?
Quando guardiamo le partite di calcio in televisione, o magari quelle di basket o di tennis, la nostra attenzione ricade esclusivamente sul protagonista della scena: lo sportivo. Solamente i fan più sfegatati di uno sport daranno peso a ciò che circonda il campo e che non viene ripreso spesso dalla telecamera. Allenatori, massaggiatori sportivi, preparatori atletici, medici dello sport, giornalisti sportivi e arbitri sono i piccoli ingranaggi fondamentali per il corretto funzionamento di un intero meccanismo. La mancanza di una sola di queste figure comprometterebbe il successo dell’atleta che stiamo ammirando.
Analizziamo, brevemente, il compito di alcune delle figure lavorative sopra elencate e delle caratteristiche richieste per iniziare a lavorare nello sport.
Allenatore sportivo
Il ruolo dell’allenatore è sicuramente uno dei più importanti all’interno di una squadra. Questa figura, simile a quella di un generale all’interno dell’esercito, ha il compito di creare le strategie per la “battaglia” e di preparare i propri “soldati” in maniera tale che agiscano seguendo gli schemi scelti. Per ricoprire questo ruolo è richiesta una profonda conoscenza del settore e dello sport nel quale vuoi lavorare, sia pratica che teorica.
Proprio per questo motivo, i migliori allenatori degli sport più famosi sono spesso stati, a loro tempo, grandi sportivi. Tuttavia, esistono casi opposti di preparatori atletici divenuti tali esclusivamente grazie al loro acume e alle loro capacità tecniche. Degli esempi famosi nel mondo del calcio sono José Mourinho, Maurizio Sarri, Felipe Scolari e Zdenek Zeman.
Massaggiatore Sportivo
Il massaggiatore sportivo è la figura di riferimento ai quali gli atleti si rivolgono prima, durante e dopo una gara o un allenamento. In poche parole, il compito di questo professionista del mondo dello sport è quello di preparare il fisico dello sportivo ad uno sforzo ad alta intensità. Massaggiando i muscoli con determinate tecniche, viene attivato un effetto analgesico capace di migliorare la circolazione nei gruppi muscolari trattati.
L’aumento dell’afflusso sanguigno comporta una maggiore ossigenazione cellulare, oltre che a un innalzamento della temperatura. In questo modo, è possibile prevenire la comparsa di dolori o infortuni compromettenti.
Per lavorare nello sport come massaggiatore sportivo è necessario, ma non obbligatorio, seguire un corso altamente specializzante, preferibilmente riconosciuto da enti nazionali.
Preparatori Atletici
Spesso la figura del preparatore atletico viene confusa con quella del personal trainer o dell’allenatore. Questo professionista non si occupa della preparazione tecnica dello sportivo, né della sua preparazione estetica. Al contrario, il compito del preparatore atletico, come descritto anche dal nome di questa professione, è quello di portare i propri assistiti all’apice della propria forma fisica prima dell’inizio del periodo di gare.
Per far ciò, in collaborazione con un team di nutrizionisti e di medici sportivi, egli organizza il piano di allenamento fisico con il fine di raggiungere determinati obiettivi atletici, come aumentare la velocità o la resistenza, a seconda del tipo di sforzo e di gara che l’atleta dovrà affrontare.
Anche in questo caso, non esistono dei requisiti minimi per poter accedere a questo tipo di professione. Tuttavia, la soluzione migliore rimane sempre quella di un corso formativo.