In questi ultimi anni hanno cominciato ad apparire sul mercato delle strutture di dimensioni moderate, accoglienti, poco rumorose chiamate “Personal Trainer Studio”.
Due sono gli elementi che hanno portato allo sviluppo di queste attività: in primis la voglia di crescere del Personal Trainer che, stanco di pagare un affitto ai grandi centri fitness e di dover allenare i suoi clienti in condizioni precarie soprattutto negli orari di punta, decide di fare un passo verso l’imprenditoria vera e propria; il secondo è stato quello di volersi distinguere nel settore, attrezzando il centro a seconda del tipo di metodologia che si ritiene più affine al proprio modo di lavorare.
La tecnologia ha influenzato in modo spropositato questo settore dando la possibilità di accedere a una grande quantità di contenuti attraverso il web e quei dispositivi che permettono di gestire e monitorare il proprio stile di vita/benessere; tutto questo ha portato da una parte ad un maggior interesse al movimento e all’attività fisica, dall’altra ad una più significativa ricerca di professionisti in grado di intervenire nella gestione di percorso personalizzato e soprattutto all’ottenimento di risultati effettivi che da soli è difficile raggiungere.
Nonostante i presupposti possano sembrare molto positivi per lo sviluppo di questi piccoli studi, che non esigono di un investimento ingente, non bisogna sottovalutare l’organizzazione e la pianificazione necessarie per ottenere una rendita avviando uno studio di Personal Training.
Cominciamo a vedere quali sono gli elementi fondamentali da prendere in considerazione per dedicarsi a questo business.
Ovviamente alla base devono esserci le competenze tecniche, l’esperienza acquisita sul campo come Personal Trainer ottenuta grazie a studi specifici come corsi da personal trainer insieme a delle esperienze a livello di marketing.
Potremmo fermarci qui, se non dovessimo avviare una attività ma, visto che stiamo parlando di aprire uno studio sarà necessario acquisire capacità organizzative e gestionali, perché ricordatevi che uno studio, sia esso di piccole dimensioni, richiede una buona strategia, un’ottima pianificazione del tempo e degli spazi ed un controllo costante dei risultati.
Cerchiamo quindi di focalizzare alcuni dei punti fondamentali per avviare questo business
Come prima cosa la scelta della struttura, le sue dimensioni e le caratteristiche andranno settate, secondo il vostro gusto ma soprattutto al target di persone a cui vi volete rivolgere.
Secondo decidete che tipo di servizio volete offrire: preferirete un’unica area di lavoro che permette di gestire diverse tipologie di allenamento oppure uno studio specializzato su un’unico servizio.
Una volta definite le tipologie del servizio erogato si passerà a definirne il valore economico, che non vuol dire creare un listino per gli utenti ma valutare in base al mercato e alla location quali potrebbero essere le soluzioni più attraenti per gestire le vendite seguendo una piano specifico.
Un aspetto fondamentale per poter creare business di alto profilo, ma soprattutto, che sia sostenibile è quello di individuare un piano economico dove i costi siano sotto controllo.
Definire una strategia di comunicazione idonea e le azioni di marketing più efficaci.
Erogando un servizio molto specifico sarà di fondamentale importanza arrivare direttamente al target di interesse: l’obiettivo è quello di aumentare il passaparola acquisendo fiducia e farlo diventare il canale di promozione più attivo.
Controllo costante dei risultati commerciali dello studio perché attraverso una attenta analisi dei dati potrete ottenere un incremento del volume di clienti quindi dei ricavi.
Le dimensioni: un locale di metratura che va dai 100 ai 160 mq è un’ottima base di partenza per realizzare uno studio d’élite.
Qual è la prassi burocratica per aprire uno studio?
Come ben sapete, attualmente, svolgere l’attività di personal trainer non prevede l’iscrizioni a particolari albi, pertanto sarete inglobati alla normativa sulle professioni non organizzate in ordini o collegi, prescritta con la Legge n.4 del 14/01/2013, che vi invito ad andare a leggere.
Dopo aver individuato il regime fiscale di appartenenza occorrerà dichiarare l’inizio dell’attività nei trenta giorni successivi ad esso, con l’invio di apposito modello all’Agenzia delle entrate che, se vi affiderete ad un bravo commercialista si premurerà di sbrigare questa pratica in nome e per vostro conto.
Il codice ateco più pertinente è il: 93.19.99 “Altre attività sportive nca”; le note esplicative Ateco 2007 sottolineano che sono in esso incluse le attività professionali svolte da operatori sportivi indipendenti.
Per quanto riguarda l’apertura della posizione contributiva è obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata Inps, che include tutte le categorie di liberi professionisti per i quali non è stata prevista una specifica cassa previdenziale.
Potrebbe essere necessaria l’iscrizione alla posizione ex Enpals nel caso in cui il soggetto interessato rientri in una delle categorie elencate all’articolo 3 del D. Lgs. C.P.S. 708/1947; una consulenza prima di iniziare credo sia doverosa (in linea di massima consultando la norma potrete evincere che si tratta di casi che escludono l’esercizio in forma autonoma di attività nel settore sportivo); ad esempio gli allenatori di calcio rientrano in questo elenco per via degli introiti derivanti dalle manifestazioni.
Il personal Trainer per le operazioni effettuate dovrà applicare l’iva all’imponibile derivante dalle operazioni di vendita.
L’aliquota appropriata è quella ordinaria che, attualmente pari al 22%.
Saranno invece fuori campo iva le prestazioni fornite dai soggetti che sono inquadrati con il regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità (Cfr. L. 24/12/2007, n. 244, art. 1 comma 100 e D.L. 06/07/2011, n. 98, art. 27, commi 1 e 2), oppure il più recente regime forfettario (Cfr. L. 23/12/2014, n. 190, art. 1, commi 54-89).
Un importante servizio a cui non tutti pensano è quello di dare l’opportunità di poter pagare con il bancomat, quindi il mio consiglio è quello di munirsi di apparecchio bancomat; fortunatamente ci sono delle alternative a quelle bancarie che permettono tranquillamente di sostenerne i costi .
L’attuale normativa non prescrive obbligatoriamente l’acquisizione di certificati medici di idoneità sportiva nell’ambito dello svolgimento di attività amatoriale occasionale o ripetitiva (Cfr. Art. 42-bis, comma 1 del d.l. n.69 del 21/06/2013 così come modificato dalla L. n.98 del 09/08/2013),ma vi consiglio di farvelo consegnare comunque, sopratutto se i vostri clienti hanno una anamnesi particolare.
Approfondendo la lettura del decreto ministeriale citato, si evince che non è nemmeno prescritta la dotazione di un defibrillatore, d’obbligo invece nelle società sportive, ma personalmente mi sento di consigliarne l’acquisto ed avere sempre almeno una persona in grado di utilizzarlo, presente nello studio.
Ogni Regione avrà il suo panorama normativo che lascio consultare ad ognuno.
In conclusione aprire uno studio non è un procedimento difficile a patto che abbiate fatto un’attenta analisi, ottimizzato tempo e denaro e programmato nei minimi dettagli quali potrebbero essere i rischi.
Fatevi sempre consigliare da professionisti del settore che abbiano avuto esperienze similari.
Spero di aver risposto almeno ad alcuni dei vostri dubbi e di avervi dato una spinta verso l’indipendenza.