Abitudini alimentari e motorie degli adolescenti
L’OMS definisce l’obesità come condizione caratterizzata da eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute. Si tratta di una condizione cronica, ad eziologia multifattoriale, accompagnata da un aumentato rischio di mortalità e morbilità.
L’obesità è un problema di salute pubblica di interesse mondiale che riguarda sia l’età adulta sia l’età evolutiva.
Essa risulta essere più frequentemente nei paesi sviluppati e in particolare l’obesità infantile è certamente uno dei problemi più frequenti in età pediatrica (in Italia oggi sono colpiti 1 bambino su 4).
L’obesità infantile è una malattia multifattoriale che dipende sia dal tipo di alimentazione, che dalla ridotta attività fisica, ma può dipendere anche da fattori di tipo genetici; solo rari casi di obesità infantile sono legati a patologie ormonali o sistemiche.
Secondo F. Adami et altri (2008) sembra che l’esposizione ad un eccesso di adiposità durante gli anni dello sviluppo possa condizionare in maniera significativa lo stato di salute delle persone. Un iperalimentazione nei primi 2 anni di vita oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose, determina anche un aumento del loro numero; da adulti, pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all’obesità ed una difficoltà a scendere di peso o a mantenere nei limiti.
Fattori genetici ed ambientali sono anche la causa diretta della condizione per cui le persone sono spinte a cercare un maggiore consumo di cibo, squilibrando il bilancio introito calorico e consumo energetico.
Spesso ci si preoccupa quando il bambino mangia poco, raramente quando mangia troppo poco. È vero che una dieta ridotta può portare ad un diminuito apporto di macro e micronutrienti (proteine, calcio, ferro…), però un introito calorico eccessivo determina un eccesso di peso del bambino.
Come intervenire?
Per quanto riguarda poi la composizione della dieta è da sottolineare, che l’obesità infantile è fortemente associata con un alimentazione ad alto contenuto in grassi; anche perché l’ingestione di cibi grassi promuove un maggior consumo di essi, per la loro palatabilità.
L’intervento durante l’attività evolutiva è di fondamentale importanza, perché ci dà la garanzia di risultati migliori e duraturi. La prevenzione e l’educazione ad uno sano stile di vita è molto importante nell’ambito di un approccio multidisciplinare, perché è una prevenzione contro le malattie degenerative, che sono in continuo aumento.
Ormai è diventato normale l’accompagnamento del figlio a scuola o in palestra con la macchina, anche se la distanza è minima, non vengono più adoperate le scale, ma sempre l’ascensore e l’utilizzo della TV e del PC sono diventati il migliore passatempo. E proprio a scuola è possibile osservare gli errori più comuni fatti dagli scolari come per esempio saltare la colazione, l’elevato consumo di merendine o l’elevato consumo di bibite dolcificate.
L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra e grassa.
Nel nostro paese le ore dedicate alla disciplina dell’Educazione Fisica sono due. Da questo punto di vista la nostra programmazione scolastica è arretrata rispetto al resto dei Paesi Europei.
La premessa è essenziale per comprendere appieno l’oggetto in questione. Le percentuali di frequenza effettiva alla lezione. Il tipo di attività svolto e le modalità di svolgimento della stessa sono frutto di questo disastrato quadro dell’educazione motorie della scuola. Si evidenzia, tramite raccolta di questionari nelle scuole medie, che circa il 30% degli alunni non svolge l’ora di educazione motoria; il dato è molto grave dal momento che trattiamo una disciplina obbligatoria nella programmazione Ministeriale.
Un’altra differenza fondamentale è che la maggioranza a non svolgere l’attività è di sesso femminile, dato che la lezione viene spesso giocato a calcio ed in totale libertà operativa.
Anche l’attività sportiva extrascolastica è stata analizzata tramite dei questionari; la metà delle ragazze all’età di 12 anni ha abbandonato qualsiasi attività fisica.
È assolutamente importante monitorare la situazione nella nostra attuale società, nella quale molti aspetti sembrano sgretolare la possibilità di mantenere un buono stato di salute.
L’ipocinesi, cioè la disattività è indotta da molteplici motivi: la scuola, dove si rimane seduti, l’attività motoria nell’ora di Educazione Fisica inesistente, i mezzi informatici che determinano staticità per ore e ore. Ed inoltre è importante anche l’alimentazione e la qualità dei nutrienti.
Un’attenzione prioritaria deve essere riservata al monitoraggio della popolazione in età evolutiva, verificando l’adozione di abitudini alimentari scorrette e di errati modelli di fitness, ma anche l’insorgenza della malnutrizione per difetto…
Tutti fatti che sono drammaticamente in aumento.