Ma quanto volete pagare la palestra? A quanto pare sempre meno.
Perché si è arrivati a questo? Perché le palestre hanno perso identità e credibilità ed il popolo dei frequentanti la fiducia nel fitness e nell’insegnamento. Se nessuno mi trasferisce competenze sono obbligato a cavarmela da solo. Ho pagato l’abbonamento, davanti a me ho attrezzature a perdita d’occhio, so di non saperle usare e provo a chiedere all’unico istruttore presente in sala che è assediato da altri clienti. Devo attendere e mi rode. Ho lavorato tutto il giorno e voglio tornare a casa. Sono maschio e sono brutto, oppure sono donna e sono cessa. Davanti a me in attesa ci sono anche belle fighe. E’ ovvio che passerò dopo di loro. Lo sai che vi dico. Me ne torno a casa!
Il giorno dopo inizio a fare tapis roulant… clicco un pulsante, non rompo le palle a nessuno e mi muovo un pò.
(Alla maggior parte dei nostri clienti succede questo. E visto che il tapis roulant dopo un mese fa venire il “latte alle ginocchia”, il cliente che ha pagato un abbonamento annuale rinuncia a venire e non lo vedremo mai più.)
Avete capito perché gli abbonamenti vengono venduti a prezzi stracciati?
Se manca l’elemento umano, cioè un buon staff d’insegnanti che motivano, condividono ed educano il cliente ad un nuovo stile di vita, la palestra non ha un tratto distintivo rispetto al proprio concorrente di zona.
Quando due palestre offrono lo “stesso” magro servizio e sono vicine tra loro, commettono il GRAVE ERRORE di confrontarsi su un terreno ad entrambe nemico: il prezzo.
Si inizia a sforbiciarlo in maniera lieve e misurata, così come accade in un’asta, quando le prime offerte si susseguono tra di loro con incrementi leggeri per evitare di far lievitare il prezzo. Ma arriva sempre il momento in cui una delle due fazioni, presa da un momento di elevato “intuito” imprenditoriale, decide di infliggere il colpo mortale al nemico abbattendo il prezzo oltre limiti invalicabili.
Risultato? Entrambe le imprese scompaiono dal mercato.
Apparentemente l’unico a beneficiare della guerra è il CLIENTE. Sicuro di fare l’affare, decide di iscriversi in palestra pagando un abbonamento annuale 159 EURO, o come è di moda ultimamente, 99 EURO.
Ecco che, con circa 8 euro al mese, ha diritto ad accedere in palestra 14 ore al giorno, tutti i giorni, frequentando tutti i corsi che vuole, usando e “logorando” tutti i macchinari che gli servono etc etc, facendo docce su docce (ed in questi casi se ne fanno così tante da sviluppare le branchie). Insomma il cliente accede a tutti servizi tranne uno: “il servizio umano”. Palestre del genere possono sopravvivere, e sottolineo la parola sopravvivere, solo a patto di non caricarsi di costi.
Da quando l’uomo ha inventato l’impresa, il costo principale è sempre stato rappresentato dalle risorse umane, che nel caso del fitness e delle palestre sono proprio i tecnici (assistenti di sala pesi, personal trainer, istruttori fitness ecc.).
Non a caso le grandi catene low price internazionali che atterrano nel mercato italiano lo fanno con strutture bellissime ed all’avanguardia ma povere di contenuti umani. Basti pensare che alcune di queste propongono insegnanti virtuali in sala fitness e totem che elaborano schede d’allenamento in sala pesi, con buona pace delle urla motivazionali degli insegnanti old style con la bocca fatta d’aglio ed il bibitone proteico in mano. Certo, mai bloccare il progresso e l’innovazione, la bocca fatta d’aglio fa schifo anche a me (passatemi il termine), ma il calore umano di un istruttore, il trasferimento della sua conoscenza con quel pizzico di saccenza tipico della categoria, la pacca sulla spalla, la scheda stroppicciata compilata a penna, sono fattori che hanno fatto nascere il settore, l’hanno tenuto in vita e (continueranno a tenerlo) e non meritano di scomparire.
Preservare tutto questo ha un costo. Per l’imprenditore e per il frequentante. Rinunciare a sostenerlo vuol dire staccare la spina al cuore di questo mercato ed alla salute della gente.
Pertanto, cari amici, METTETE MANO AL PORTAFOGLIO e noi riorganizzeremo le nostre palestre.