Il tuo sogno professionale è quello di avviare uno studio di Personal Training?
Niente di più entusiasmante per chi possiede un titolo riconosciuto legalmente e vuole iniziare una professione autonoma. Ma quali sono le procedure burocratiche e i costi da sostenere per mettersi in proprio e vivere da liberi professionisti?
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In questa guida puoi scoprire tutti i passi da fare, iniziando dalle risposte alla spinosa domanda su “partita Iva Personal Trainer”: quando è necessario aprirla, costi e adempimenti obbligatori per essere in regola con fisco, tasse e contributi da affrontare.
Aprire uno studio di Personal Training
La professione dell’allenatore personale offre davvero tante opportunità di lavoro, come abbiamo descritto nella guida su come diventare Personal Trainer.
Il passo più ambizioso e soddisfacente è sicuramente quello verso l’imprenditoria, ovvero aprire uno studio di Personal Training per realizzare diversi obiettivi:
- il desiderio di crescita personale
- l’indipendenza dall’affitto ai grandi centri fitness dove ci si allena in condizioni di sovraffollamento (soprattutto negli orari di punta)
- la possibilità di lavorare in una struttura ad hoc, tranquilla e accogliente, a misura del rapporto one-to-one e secondo la metodologia più affine al proprio modo di lavorare.
A questo punto, però, assieme al cambiamento professionale ne avviene uno che riguarda l’inquadramento fiscale e contributivo del professionista: l’apertura della Partita IVA.
Partita Iva Personal Trainer: quando è necessario aprirla, come fare e quanto costa mantenerla?
Per un libero professionista è un traguardo importante potersi realizzare in autonomia, dopo la gavetta presso altre realtà imprenditoriali. Malgrado ciò, con il “tempo delle mele” arriva anche il momento del confronto con il duro scoglio della partita IVA.
Quando aprire la Partita IVA
In realtà chi opera individualmente può lavorare anche con ritenuta d’acconto, ma questa soluzione riserva diversi limiti al professionista più addentrato, in primis quello dei guadagni che non devono superare la soglia dei 5000 euro annui.0
La partita IVA è obbligatoria e necessaria quando l’attività diventa una vera e propria attività professionale, svolta con regolarità (quindi non occasionale), pubblicizzata ed erogata in una struttura commerciale adibita.
A questo punto, la fronte potrebbe iniziare a corrugarsi al pensiero che corre sparato al ‘sentito dire’ e al vissuto lamentato da tanti liberi professionisti: la partita iva è un salasso!
Ma non corriamo a conclusioni affrettate perché, contrariamente a quanto si pensa, per aprire una partita IVA e per mettersi in regola ci sono delle ottime soluzioni, alternative al regime ordinario, che fanno risparmiare soldi a chi vuole lavorare come Personal Trainer.
Partita IVA Personal Trainer: i costi d’avvio
Le procedure di apertura delle posizioni hanno un costo basso che può essere anche ridotto allo zero. Questa variabile dipende dalle proprie intenzioni:
- nessuna spesa da sostenere se ci si occupa personalmente dell’apertura della partita IVA mediante l’invio della modulistica alla Agenzia delle Entrate
- spese da sostenere, invece, se ci si affida al commercialista che sbrigherà tutte le pratiche necessarie.
La procedura di apertura della partita IVA è telematica. Dopo l’inoltro della richiesta, Agenzia delle Entrate invia il numero di partita IVA.
Dopo aver individuato il regime fiscale di appartenenza – di cui parliamo a breve – occorre dichiarare l’inizio dell’attività nei trenta giorni successivi.
Costi di gestione della Partita IVA
Nel tuo intento di ricerca informazioni su “partita iva personal trainer”, sicuramente si annida anche quella delle scongiurate spese di gestione. Il vero spauracchio di chi vuol mettersi in proprio è proprio questo: l’entità dei costi per mantenere la partita IVA.
Anche in questo caso, però, prima di incupirsi all’idea di dover soccombere al regime ordinario con le sue tassazioni, bisogna sapere che da qualche anno esiste il regime agevolato con una tassazione molto bassa e che fa risparmiare anche sulle spese per il commercialista: il regime forfetario (Cfr. L. 23/12/2014, n. 190, art. 1, commi 54-89).
Il Regime Forfetario e altre agevolazioni
Pur prevedendo alcuni requisiti di base per l’adesione a questo regime agevolato (che si possono chiedere al proprio commercialista o consultare anche in questa pagina: https://fiscomania.com/regime-forfettario), il regime forfetario è la soluzione migliore
- per chi inizia una nuova attività
- per chi vuole cambiare la propria in una nuova
- per chi decide di avviarne una extra
perché offre importanti agevolazioni al professionista che vi aderisce:
- pagamento di una unica imposta del 15% o del 5% per le start up (per i primi 5 anni)
- esenzione dall’IVA
- esenzione della ritenuta d’acconto (nessuna trattenuta, si pagano le tasse con la dichiarazione dei redditi.
Altre agevolazioni per lavorare come professionista Personal Trainer
Fuori campo IVA anche le prestazioni fornite dai soggetti inquadrati con il regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità (Cfr. L. 24/12/2007, n. 244, art. 1 comma 100 e D.L. 06/07/2011, n. 98, art. 27, commi 1 e 2).
Codice Ateco Personal Trainer
Il Codice Ateco che identifica la professione del Personal Trainer è 85.51.00 – Corsi sportivi e ricreativi.
Nello specifico per attività di:
- formazione sportiva (calcio, baseball, basket, cricket eccetera).
- centri e campi scuola per la formazione sportiva.
- corsi di ginnastica.
- corsi o scuole di equitazione.
- corsi di nuoto.
- istruttori, insegnanti ed allenatori sportivi.
- corsi di arti marziali.
- corsi di giochi di carte (esempio bridge).
- corsi di yoga.
Il Codice Ateco 93.19.99 “Altre attività sportive nca” è il Codice riservato alle attività svolte dagli atleti e non dagli allenatori. (consulta la pagina Codici Ateco Istat)
Iscrizione alla gestione separata INPS
Per quanto riguarda la professione del Personal Trainer, non esistendo attualmente alcun albo di riferimento, è obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata INPS (cui si dovranno versare i contributi previdenziali), che include tutte le categorie di liberi professionisti per i quali non è stata prevista una specifica cassa previdenziale.
Questa gestione previdenziale, tuttavia. non prevede versamenti fissi obbligatori ogni anno: i versamenti saranno proporzionali in base agli incassi annuali.
Potrebbe essere necessaria anche l’iscrizione alla posizione ex Enpals, nel caso in cui il soggetto interessato rientri in una delle categorie elencate nell’articolo 3 del D. Lgs. C.P.S. 708/1947. A questo proposito, prima di iniziare è sempre meglio affidarsi a una consulenza specialistica.
In conclusione,
in questa guida su partita IVA personal trainer hai potuto scoprire che esistono strade percorribilissime, dal punto di vista fiscale, per aprire uno studio di Personal Training.
Esistono ottime e concrete opportunità per trasformare la passione in una professione riconosciuta, autonoma e remunerativa.
Basta solo informarsi passando per le fonti più autorevoli e scegliendo gli esperti cui affiancarsi per evitare sviste ed errori.
Se la tua passione non è ancora diventata professione, ma il tuo sogno più grande è quello di realizzarti in questo settore, scopri tutti i migliori corsi per diventare Personal Trainer.