La passione e il crescente entusiasmo hanno guidato il mio percorso professionale fatto di e nel movimento umano. Ancora non riesco a credere che siano passati praticamente venti anni.
Non starò qui a descrivere alcun protocollo di allenamento più o meno valido, bensì mi piacerebbe lasciare una testimonianza a tutti coloro che intendano intraprendere il percorso del trainer.
Da sempre adoro prendermi cura del singolo e questo, unito alla mia personale esperienza professionale, mi ha portata ad amare ogni forma di movimento “one-on-one”, che ritengo sia l’unica reale forma di movimento programmabile con un riscontro tanto efficace. Del resto, per temperamento non conosco altra via se non quella della dedizione per l’altro e per il fare al meglio, in ambito lavorativo come nella vita in generale.
Un’anamnesi accurata ed i test in itinere, mi permettono di ottimizzare i risultati sulla persona, adattando e plasmando i contenuti della programmazione ogni singolo giorno, senza dimenticare mai la cura del mio aggiornamento professionale che, anche, deve essere continua. Una professionista in “formazione permanente”. Mettersi continuamente in discussione e collaborare con altri professionisti, per esempio ma non solo con medici specialisti, ha rappresentato per me la formula davvero vincente.
Oggi, nel nostro settore forse più che in altri, è indispensabile fornire un servizio di elevata qualità.
Particolare cura e dedizione va indirizzata al meraviglioso universo femminile, immenso, variegato e fatto di continui cambiamenti (tra i quali ormonali) che si ripercuotono continuamente sull’ “essere donna”.
Come per ogni cosa solo se si conosce veramente bene la complessità dell’essere donna si è poi in grado di comprenderla e quindi di allenarla. Tutto questo rappresenta una grande responsabilità. Non è possibile allenare con leggerezza e per approssimazioni, indipendentemente dall’obiettivo.
A seconda della fascia d’età di appartenenza cambia notevolmente la richiesta da parte del mondo femminile:
- Dimagrire;
- tonificare una zona specifica piuttosto che un’altra;
- “scolpire il proprio corpo”;
- “stare in salute”;
- modellare;
- “asciugare”;
- “riuscire nuovamente a prendere in braccio il proprio bambino”;
- “sentirsi più bella ed attraente”, etc..
Ricordiamoci sempre che l’obiettivo primario è quello di fare prevenzione sulla persona, e quindi di non danneggiare la salute dell’atleta o praticante. Ecco perché il trainer deve saper essere una guida saggia capace di adattare l’obiettivo del programma di allenamento alle possibilità fisiologiche concrete nel rispetto della persona. In questo rientra anche il compito di fornire una corretta informazione al cliente, cercando di sfatare i tanti (purtroppo) falsi miti che circolano nel campo del wellness e l’educare ad un corretto stile di vita.
Tutto sul campo del movimento “one-on-one”, anche il più piccolo dettaglio, mira al raggiungimento del benessere psico-fisico del soggetto in questione. Nello specifico, per poter allenare una donna è indispensabile conoscerne i meandri fisici, psico-attitudinali e l’interazione di questi due nel tempo.
E’, quindi, fondamentale per un trainer la capacità di variare gli esercizi in funzione del “momento”. Vale per tutti, certamente, ma le donne il più delle volte hanno maggiori difficoltà a ritagliarsi uno spazio settimanale da dedicare all’attività sportiva, specie se impegnate con famiglia e lavoro e molto spesso devono risolvere il problema di inserire uno sport da praticare all’interno del planning settimanale senza togliere troppo tempo a casa e figli. Perciò vince la formula del poco fatto bene e con costanza. Questo per non andare a sovraccaricare un sistema già ricolmo di impegni. E devo ammettere quanto grande sia poi la gratificazione per il trainer al raggiungimento dell’obiettivo desiderato soprattutto in questi casi.
Perciò in bocca al lupo a tutti e ricordiamoci che:
“Quando si scrive delle donne, bisogna intingere la penna nell’arcobaleno.” (Denis Diderot)