Da tempo ho la sensazione che l’apertura di una palestra sia intesa come un business certo, dai facili guadagni e dal ritorno economico sicuro. E’ sempre più attuale l’affermazione secondo cui il fitness sia un mercato miliardario, poco competitivo e carente di risorse professionali.
Ecco quindi che, capitalisti con ingenti risorse economiche, società edilizie, associazioni di professionisti investono in un centro fitness chiudendolo per fallimento o svendendolo dopo pochi anni. Vanno ad aggiungersi a questa serie di malcapitati anche istruttori/personal trainer che ritengono l’apertura di un centro fitness la destinazione finale e naturale della propria carriera professionale oltrechè un’iniziativa imprenditoriale in cui avrebbero un enorme vantaggio competitivo.
Aprire una palestra, fortunatamente, non è affare per tutti.
Il mercato del fitness oggi è sicuramente più competitivo che in passato. Non siamo ancora arrivati a livelli anglosassoni ma il crescente interesse di catene internazionali che imperterrite aprono filiali in Italia è la prova tangibile che il gioco inizia a farsi DURO. Non solo, ad intensificare le difficoltà della competizione, vi sono quei centri che, pur non avendo capacità gestionali, riescono a mantenersi in piedi abbattendo i prezzi fino a rasentare la gratuità (i lettori non romani si stupiranno che nella capitale ci sono palestre che vendono il proprio abbonamento annuale ad € 99).
Quest’ultimo vizio di gestione (l’abbattimento del prezzo), è il colpo di “mannaia” che infierisce con maggiore letalità sul settore, creando uno squarcio più che una ferita, e andando a minare la cosa più importante che un’economia deve proteggere: la credibilità. Quest’affermazione trova una vulcanica verità nella crescente consapevolezza del cliente che, in palestra, non si raggiungano obiettivi. O addirittura che un macchinario di pochi euro acquistato su internet rappresenti una valida ed economica alternativa. D’altronde come biasimare tutti quegli abbindolati che, a €99, sperano di essere seguiti e raggiungere un obiettivo di forma e benessere? Pazzi loro e menzogneri i consulenti fitness che al desk della palestra promettono miracoli impossibili.
Un prezzo basso (€99) in una struttura di dimensioni medie (2000 mq) impedisce all’imprenditore di assumere un numero di istruttori sufficiente a gestire con professionalità i bisogni della clientela.
Facciamo un calcolo: 2000 mq in una grande città (Roma, Milano, Napoli, Palermo, Genova, Torino ecc) possono comportare 40.000 euro di costi mensili per l’imprenditore. Un costo del genere consente di avere un massimo di 2 istruttori contemporaneamente presenti in sala pesi (e qui mi limito a parlare della sola sala pesi). 40.000 euro per 12 mesi sono 480.000 euro. Quanti iscritti ad € 99 dovremo abbonare per coprire i costi e consentire all’imprenditore un guadagno? Stando ai calcoli oltre 4800 persone. Considernado che il prezzo basso porta il tasso di frequentazione a limiti molto bassi (30%), gli iscritti attivi possono considerarsi 1440.
Ammettendo che il 50% di questo volume numerico frequenti la sala pesi, come possono 770 persone essere gestite da soli due istruttori? E’ evidente che in un centro di questo tipo ci sia molta autodidattica ed il tasso di abbandono dopo il primo mese sarà elevatissimo. Ecco quindi che, la credibilità del fitness viene minata e anche chi lavora bene non riuscirà a “mettere le mani” sulla clientela delusa ed ancora scottata prima di un paio di anni (tempo necessario per il cliente per riprendere fiducia nel fitness e provarci di nuovo).
Le enormi difficoltà gestionali, pertanto, escludono dal mercato tutti gli attori privi di modelli di gestione efficaci e strutturati.
Ritornando, dopo questo breve sfogo/excursus, all’oggetto dell’articolo, aprire una palestra e lavorare correttamente rispettando tutti gli steps necessari per essere competitivi porta profitti interessanti?
Quanto guadagna un imprenditore del settore?
Poniamo alcune ipotesi.
Centro di 1000 MQ (città grandi e medio grandi)
- Iscritti: 1500
- Media Qualitativa abbonamento: € 350
- Totale Incassi: € 525.000
- Costi mensili medi: € 30.000
- Costi annunali: € 360.000
- Utile d’esercizio: € 165.000
Un centro di 800 mq non localizzato in zone centralissime può essere avviato con circa €350.000.
Pertanto in due anni è possibile rientrare dell’investimento. Dopo i due anni i ritorni economici sono ingenti.
Entro di 2000 MQ (città grandi e medio grandi)
- Iscritti: 2500
- Media Qualitativa abbonamento: € 400
- Totale Incassi: € 1.000.000
- Costi mensili medi: € 50.000
- Costi annunali: € 600.000
- Utile d’esercizio: € 400.000
Un centro di 2000 mq non localizzato in zone centralissime può essere avviato con circa € 800.000.
Pertanto in due anni è possibile rientrare dell’investimento. Dopo i due anni i ritorni economici sono più che ingenti.
Qualche imprenditore, confrontando questi dati con i propri (a parità di struttura e collocazione geografica) potrebbe dissentire fortemente. Qualora così fosse, sono pronto a confrontarmi su ogni argomento ed analizzare anche gratuitamente la fattibilità di determinati risultati sui propri centri. Per tutti coloro che, maturando il sogno di aprire una palestra, ancora non lo fanno dico: formatevi presso strutture che lavorano secondo standard di gestione efficaci, apprendete con interesse e passione per almeno 5 anni e poi…
Dott. Luca Travaglini
Titolare di Fitness Club, CEO Fitnessway, formatore e consulente di gestione per centri fitness.