Questo articolo ce lo regala il Dott. Fabio Fracchia, eccellente docente Fitnessway e impeccabile professionista del fitness.
Per prima cosa, ringrazio il Dott. Luca Travaglini, fondatore e titolare di Fitnessway, per avermi dato ospitalità sul suo Blog. Questo articolo vuole essere prima di tutto una riflessione sulla figura del personal trainer oggi, sui passi che contraddistinguono un percorso di formazione vincente e sugli elementi che fanno la differenza e conducono al successo professionale.
Per cominciare, un po’ di storia del fitness
Gli anni ’90 segnano un vero e proprio boom del fitness. Le palestre passano dall’essere un luogo riservato agli sportivi ad un luogo di benessere frequentato da chi desidera recuperare o mantenere il proprio stato di forma. Parallelamente, la figura del personal trainer, dapprima un lusso riservato a pochi, compare nei centri fitness e le persone gradualmente iniziano a comprendere il valore aggiunto del suo operato nell’impostazione di un piano di allenamento personale, efficace e coerente.
Il concetto di fitness lascia il passo ad una nuova idea, semplice quanto rivoluzionaria: il wellness, il benessere fisico e mentale coltivato in uno spazio bello e accogliente, assistiti e supportati da professionisti di alto livello. È proprio in questo contesto che il personal trainer ha acquisito un ruolo centrale grazie alle sue competenze specifiche tali da poter formulare un piano di allenamento personalizzato, studiato sulla base di esigenze, problematiche e obiettivi specifici.
Il personal trainer oggi
Il personal trainer oggi deve possedere competenze approfondite negli ambiti della chinesiologia, dell’ortopedia, dell’alimentazione, dell’anatomia, oltre che ovviamente dell’allenamento. Queste competenze gli consentono di interpretare di volta in volta al meglio le esigenze del cliente, pianificando un lavoro su diversi aspetti quali l’allenamento, la postura, la corretta alimentazione, la riabilitazione post traumatica.
A questi aspetti si aggiunge quello psicologico-relazionale che assume un ruolo fondamentale nell’ottica di fronteggiare al meglio manifestazioni di timore, disagio o impotenza. Il tutto, naturalmente, in affiancamento ai professionisti sanitari di volta in volta chiamati in causa.
Il percorso di formazione per diventare un buon personal trainer
La professione del personal trainer può offrire grandi soddisfazioni sul piano umano e su quello economico, ma per ottenere il successo sono indispensabili un percorso di studi specialistico e tanta esperienza sul campo.
Si, ma come impostare al meglio il proprio percorso di formazione? Cominciamo con il dire che la formazione teorica costituisce una base imprescindibile (anatomia, teoria dell’allenamento, biomeccanica). È però l’esperienza che permette di acquisire la capacità di analisi e la visione necessarie per effettuare un’anamnesi corretta e formulare un piano di allenamento personalizzato pienamente efficace.
Da questo punto di vista, la Laurea in Scienze motorie è un percorso lungo e complesso che, se affrontato con serietà e determinazione, può dare un’ottima formazione teorica, ma rimane distante dalla realtà lavorativa e non offre un percorso di preparazione specifica alla professione del personal trainer.
Una buona accademia di formazione è l’anello di congiunzione tra università e lavoro, tra la conoscenza scientifica accademica e le competenze professionali. Per la mia esperienza, prima di allievo e oggi di professore, credo fortemente che frequentare l’università e poi un’accademia di formazione sia la formula che offre la formazione più completa e un curriculum di alto livello.
In definitiva, la crescita di un bravo professionista si fonda su tre elementi imprescindibili: la formazione universitaria che offre conoscenze teoriche di base, le accademie formative che permettono di specializzarsi in un determinato settore del fitness e l’attività sul campo che permette di fare esperienza e acquisire visione e metodo.
Vorrei concludere con alcuni consigli per i personal trainer di domani.
- Non considerate questa professione come un ripiego
Si tratta di un lavoro che richiede un investimento di energie e tempo decisamente importante. Un buon personal trainer viaggia su una giornata lavorativa di non meno di 12 ore, in parte dedicate ai clienti e in parte al proprio aggiornamento professionale. - Siate flessibili e abbiate pazienza
Offrite massima disponibilità su orario e luogo degli appuntamenti. - Curate la formazione dal punto di vista psicologico e comunicativo
La parte relazionale ha un ruolo centrale in questo lavoro. È indispensabile saper ascoltare, interpretare esigenze, paure e desideri del cliente e accompagnarlo al meglio nel percorso intrapreso, anche dal punto di vista mentale.