Il mal di schiena è talmente diffuso da essere definito, nel secolo appena concluso, “malessere del secolo”. Le statistiche affermano che l’80% della popolazione adulta nei paesi industrializzati soffre di lombalgia.
Tra le varie causa di lombalgia le più frequenti sono:
- Protusione discale;
- Ernia del disco.
Importante nella determinazione del dolore è il disco intervertebrale.
Nella figura si vede al centro il nucleo polposo, circondato dall’anello fibroso e lo stesso disegno raffigura il disco come un vero e proprio ammortizzatore, che assorbe gli urti e le pressioni tra una vertebra e l’altra.
Quando esponiamo la nostra colonna a un carico, la pressione sui dischi aumenta e si distribuisce su tutta la sua superficie, grazie al liquido in esso contenuto.
In posizione neutra il nucleo del disco non si trova al centro del piatto vertebrale ma è più vicino ai bordi posteriori dei piatti vertebrali.
A livello lombare è posto a 4/10 dal margine anteriore dal disco e a 2/10 da quello posteriore. Questo ci fa capire perché queste patologie si verificano di più nella zona lombare.
Questa posizione ci permette di comprendere come più facilmente si realizzi l’estrusione posteriore del disco, e al contrario, sia rara l’evenienza di un’ernia anteriore. È evidente come nel soggetto sano, il nucleo discale, dopo essersi spostato all’indietro nei movimenti di flessione, si riposiziona in avanti nel movimento di raddrizzamento del tronco.
Il continuo mantenimento di posture in flessione per tempi prolungati, la ripetizione esasperata dei movimenti in flessione può provocare un’usura precoce dei dischi. Quando le fibre del disco sono degenerate le continue o brusche sollecitazioni che spingono in dietro il nucleo discale possono impedire il suo riposizionamento in avanti, determinando:
- Una protrusione; dove si verifica uno spostamento persistente del nucleo, ma resta contenuto da un anello fibroso intatto;
- Un’ernia discale, quando il materiale non è più contenuto dall’anello fibroso e si ha una vera a propria espulsione.
Qual’è l’attività fisica più idonea?
Ancora oggi ci sono tanti dubbi se i soggetti affetti da ernia o protrusione possano praticare attività sportiva. Il mio consiglio è di praticare attività fisica, in quanto, rappresenta il primo “farmaco” per il miglioramento di tali patologie. Ovviamente, è importante la scelta del tipo di attività fisica da praticare.
Adesso vi farò una classificazione sulle attività più indicate e quelle da evitare.
Tra le diverse attività sportive sono da prediligere:
- Palestra (sala isiotonica, pilates, posturale);
- Camminata a ritmo sostenuto per un tempo minimo i 30’;
- Nuoto e rieducazione in acqua.
Tra le attività sportive da evitare troviamo:
- Corsa;
- Calcio;
- Tennis;
Evitare assolutamente la sedentarietà ed il “fai da te”. Affidarsi a figure professionali come laureati in scienze motorie e personal trainer in grado di personalizzare i programmi di esercizio fisico per il miglioramento dell’ernia o della protusione.
Buon allenamento!
Dott. Alessio Guaglianone, Personal Trainer e Posturologo a Roma, Laurea in Scienze Motorie